Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi è il libro italiano più tradotto al mondo, e probabilmente in assoluto il libro più tradotto della letteratura mondiale. Un quadro dell’evoluzione di questo successo senza confini è presentato qui: https://www.newitalianbooks.it/it/pinocchio-in-altre-lingue/
Di questo percorso immenso, la mostra qui sotto rappresenta una selezione inevitabilmente molto parziale, ma che restituisce, oltre a un prospetto cronologico che non ha praticamente avuto interruzioni a partire dalla prima traduzione straniera (quella inglese di Mary Alice Murray, 1892) fino ad oggi, anche una colorata panoramica della grande varietà di approcci a questo testo caleidoscopico, assorbito nei diversi paesi e nelle diverse lingue via via come novella per ragazzi, come burattinata, come viaggio di formazione, come canto picaresco, come romanzo sociale… Il numero delle traduzioni sostanzialmente integrali di Pinocchio in ogni lingua (non sempre direttamente dall’italiano, spesso da lingue intermediarie) è quasi incontrollabile, e aumenta ogni anno di molte unità. Alla spinta derivante dal successo commerciale delle trasposizioni di questa storia archetipica e originalissima allo stesso tempo – che ne ha fatto, in centoquarant’anni dalla sua nascita, una figura intima dell’immaginario popolare di ogni paese –, si sono spesso accompagnate anche riletture accademiche, fornite di dotte introduzioni e apparati critici, così come giochi linguistici e meta-letterari, quali le versioni in latino classico e in esperanto, o quelle, numerosissime, nei dialetti, italiani e non solo, di cui qui forniamo un paio di esempi: il frutto di un bisogno personale dei traduttori di percorrere e condividere col pubblico un canale confidenziale di appropriazione del testo. E se la maggior parte delle versioni sono curate da case editrici commerciali, non sono pochi i casi in cui l’impulso viene invece da enti istituzionali, che promuovono la circolazione di questo libro per il suo emblematico valore formativo. Tuttavia, la sfida di creare una nuova versione di Pinocchio non ha sollecitato solo miriadi di traduttori di ogni lingua del mondo, ma anche centinaia e centinaia di illustratori stranieri, che si sono affiancati alla lunga schiera degli illustratori italiani, nel desiderio di dare del capolavoro di Collodi la propria personale visione, da affiancare a traduzioni nuove o già edite. Talvolta infatti il successo di una traduzione e quello di un apparato illustrativo si sono incrociati, offrendo nuovi prodotti editoriali che riutilizzavano l’una o l’altro, attraversando confini geografici e temporali. Su questo versante, naturalmente, hanno continuato a fare da mattatori i grandi illustratori italiani, tanto i primi classici – Enrico Mazzanti, Carlo Chiostri, Attilio Mussino – quanto i nuovi maestri come Roberto Innocenti: tutti artisti che hanno saputo radicare la propria rappresentazione nel territorio italiano, facendo però risaltare l’universalità che è nelle stesse corde del libro. Ma anche tra gli stranieri sono moltissimi i grandi artisti per i quali la messa in scena delle Avventure di Pinocchio ha rappresentato una prova di maturità e una consacrazione.
Le copertine della mostra sono collocate in sequenza cronologica (sempre in riferimento alla prima edizione di una determinata traduzione, anche quando l’immagine che è stato possibile recuperare si riferisca a un’edizione di poco successiva), e si muovono da un paese all’altro, da una lingua all’altra, allo scopo di tracciare – almeno con le poche tappe qui segnate – qualche linea del vorticoso andamento di questo inarrestabile viaggio di Pinocchio intorno al mondo.
Mario Casari, Università “La Sapienza”, Roma