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12 Dicembre 2022

Intervista a Julia Nannicelli editor responsabile dell’area italiana e mediterranea presso Gallimard

Autore:
Paolo Grossi

Gallimard è da sempre in prima fila fra gli editori francesi che dedicano ampio spazio nel loro catalogo a titoli e autori italiani. Julia Nannicelli, editor responsabile per l’area italiana e mediterranea, presenta novità e programmi della casa editrice in occasione del Festival du livre de Paris, in cui l’Italia sarà ospite d’onore.

 

Gallimard è sempre stato uno degli editori più attivi in Francia nella traduzione di titoli italiani. Quale evoluzione ha conosciuto negli ultimi anni in casa editrice l’attenzione per il libro italiano?

La letteratura italiana ha trovato da subito la sua collocazione nel catalogo Gallimard. I primi titoli sono apparsi nella collana “Blanche” negli anni Venti con autori come Luigi Pirandello e Italo Svevo, e poi nella collana “Du monde entier”, creata nel 1931. Questa collana comprende molti autori italiani importanti del XX secolo (Elio Vittorini, Giorgio Bassani, Cesare Pavese ed Eugenio Montale, solo per citarne alcuni). Diversi grandi nomi sono pubblicati anche nella collana “L’Arpenteur”, la cui sezione italiana, creata nel 1988, accoglie Giovanni Verga, Beppe Fenoglio, Pietro Citati, Cristina Campo ed anche Claudio Magris, le cui nuove opere sono pubblicate ancora oggi nella collana che lo ha reso noto. 

Alcuni autori, come Anna Maria Ortese, Pier Paolo Pasolini o Elsa Morante – che è stata pubblicata da Gallimard fin dal suo primo libro – sono diventati dei classici e oggi continuano la loro vita essenzialmente nelle collane tascabili o semi-tascabili della casa (Folio, Poésie/Gallimard, L’Imaginaire), che permettono a questa ricchissima gamma di titoli di continuare a vivere. 

Negli ultimi anni sono entrati a far parte del catalogo anche importanti autori-chiave del Novecento italiano, per i quali abbiamo sviluppato specifici piani editoriali, in stretta collaborazione con gli aventi diritto, attraverso un lavoro meticoloso di ritraduzione e di pubblicazione di titoli inediti. È il caso delle opere di Italo Calvino e di Antonio Tabucchi.

La promozione di questi autori si traduce anche nella valorizzazione dei legami che creiamo tra voci del passato e voci di oggi, come quando cerchiamo di mettere in rilievo i temi e le tensioni che innervano la scrittura di autori contemporanei, come Anna Maria Ortese, un’autrice importante per Elena Ferrante.

Accanto a questo lavoro sugli autori del più recente passato, continuiamo a sviluppare un catalogo contemporaneo che è tra i più ricchi dell’editoria francese. L’italiano è ora la seconda lingua, dopo l’inglese, nel nostro catalogo di novità annuali di letteratura straniera. Gallimard accoglie oggi un numero significativo di grandi nomi italiani: Erri De Luca, Alessandro Baricco, Roberto Saviano, Elena Ferrante, ma anche Roberto Calasso, Caterina Bonvicini, Francesca Melandri, Andrea Bajani, tra gli altri: un catalogo contemporaneo che ci impegniamo ad arricchire con nuove voci, pubblicando regolarmente scoperte e primi romanzi. La pubblicazione nel 2022 del romanzo d’esordio di Fabio Bacà testimonia di questo desiderio di offrire una letteratura audace e innovativa, in cui il piacere della lettura convive con un’indispensabile qualità letteraria.

 

Dal suo osservatorio transalpino, qual è la sua visione dell’attuale editoria italiana? Quali tendenze le sembrano particolarmente importanti?

L’editoria italiana di oggi mi appare molto vitale e sono colpita dall’elevato numero di piccoli editori molto attivi, dalle linee editoriali forti e spesso esigenti, il che è un ottimo segnale per la creazione. La fiera dell’editoria indipendente, che si tiene a Roma a dicembre, è una vetrina molto eloquente. Ho letto alcuni testi molto buoni, non sempre facili da esportare però: i criteri sono diversi quando si tratta di fare scelte per proporre opere in traduzione. 

Le tendenze attuali sono varie: si può citare, ad esempio, una crescente presenza del memoir, senza dubbio per effetto dell’influenza della letteratura anglo-americana, ma anche una maggiore propensione all’introspezione. Mi sembra che la narrativa si stia spostando sempre più verso l’intimità, sia nella direzione dell’esplorazione di sé sia nel confronto con i fenomeni sociali. Tuttavia, i romanzi a sfondo storico, le saghe famigliari o la letteratura di genere sono ancora molto presenti e sembrano avere un futuro brillante davanti a sé.

Anche i corsi di scrittura creativa hanno un’influenza importante su molti giovani scrittori. Per alcuni sono strumenti efficaci, in altri casi si assiste a una sapiente riproposta di “ricette” già collaudate che riciclano temi e motivi dei successi editoriali degli ultimi anni. 

Per il nostro catalogo, cerco di privilegiare i libri caratterizzati da una vera originalità, da una ventata di aria fresca, o comunque libri portatori di una scintilla che inneschi un vero e proprio entusiasmo per la lettura e ci faccia sentire di fronte a un testo sufficientemente potente e profondo da poter continuare ad essere letto nei prossimi decenni. Perché questo effetto si verifichi, è essenziale che ci sia una scrittura di qualità. La nostra linea editoriale è piuttosto aperta, ma ha sempre una visione a lungo termine.

Infine, una tendenza interessante, che si è sviluppata ulteriormente dopo la pandemia, è la riscoperta dei classici moderni, o “repêchages”, come gli italiani stessi li chiamano, usando questa parola francese. Si tratta di opportunità molto interessanti, poiché ripropongono all’attenzione testi molto belli, spesso dimenticati o misconosciuti, e che si inseriscono perfettamente in quei tempi lunghi cui abbiamo accennato più sopra. In questa categoria, possiamo citare Le dernier été en ville (L’ultima estate in città) di Gianfranco Calligarich, o Elles (Dalla parte di lei) di Alba de Cespédes, due magnifici romanzi dalle storie editoriali molto diverse, che abbiamo pubblicato con successo negli ultimi due anni nella collana “Du monde entier”.

 

Quali sono i suoi progetti per l’immediato futuro, soprattutto per la prossima edizione del Festival del Libro di Parigi, dove l’Italia sarà l’ospite d’onore?

Il 2023 sarà un anno importante per la promozione della letteratura italiana in Francia, in quanto l’Italia sarà ospite d’onore al Festival del Libro di Parigi. Proponiamo un ricco programma incentrato su autori contemporanei nella prima metà dell’anno: un saggio di Roberto Saviano, Crie-le! (Gridalo) uscirà a gennaio, seguito dall’ultimo romanzo di Andrea Bajani a febbraio (Le livre des maisons / Il libro delle case), da Erri De Luca con Grandeur nature (A grandezza naturale) ed Elena Ferrante, di cui pubblicheremo un’affascinante raccolta sul suo rapporto con la scrittura e la lettura. I nuovi titoli di autori più noti seguiranno a maggio: un secondo romanzo di Alba de Céspedes, un’importante autrice del XX secolo di cui abbiamo ricordato più sopra la riedizione di Elles (Dalla parte di lei) e di cui questa volta ripubblichiamo il Quaderno proibito; un’opera inedita in francese di Antonio Tabucchi, Les Tsiganes et la Renaissance (Gli Zingari e il Rinascimento), un saggio sociologico sul popolo Rom a Firenze che conserva ancora oggi una risonanza molto forte. Nella seconda metà dell’anno, un progetto importante, la corrispondenza inedita di Italo Calvino in francese, sarà l’occasione per celebrare il centenario della nascita dell’autore nel settembre 2023; infine, Le livre de tous les livres (Il libro di tutti i libri) di Roberto Calasso chiuderà l’anno.

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