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8 Marzo 2023

Intervista agli editor Bompiani

Autore:
Laura Pugno

Bompiani è uno dei marchi storici dell’editoria italiana. Sono passati molti anni da quando il suo fondatore Valentino Bompiani ha lasciato le redini dell’azienda famigliare, ma il ricordo della sua lezione è ancora vivo in casa editrice, come attestano le dichiarazioni dei suoi editor Beatrice Masini (direttrice editoriale), Giulia Ichino (responsabile editoriale narrativa italiana e non fiction italiana), Silvia Trabattoni (editor non fiction), Andrea Tramontana (editor tascabili e catalogo), intervistati da Laura Pugno.

 

Come raccontereste la narrativa e la saggistica italiana di Bompiani ai lettori e alle lettrici all’estero? Quali sono le sue caratteristiche e i suoi punti di forza? 

Giulia Ichino.

Sia la narrativa sia la saggistica Bompiani sono innanzitutto caratterizzate dalla forte autorialità: la nostra vuole essere una casa per autori dalla personalità spiccata, nella scelta dei temi come sul fronte della scrittura. A volte questo fa sì che si creino singolari cortocircuiti tra i libri che pubblichiamo, molto al di là della nostra volontà o capacità di previsione: per fare solo un esempio, pochi mesi fa abbiamo dato alle stampe il terzo volume della monumentale opera di Antonio Scurati sul fascismo, ambientata tra il 1938 e il ’40, e sempre nel 1940 è ambientata la poco nota vicenda di straordinario eroismo del comandante Salvatore Todaro nell’oceano Atlantico narrata nel romanzo di Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis di cui abbiamo appena ricevuto le prime copie; non solo: il toccante romanzo in uscita a febbraio in cui Igiaba Scego ripercorre la storia della sua famiglia prende le mosse cronologicamente proprio dagli anni dell’occupazione italiana della Somalia e dalla figura del suo nonno, interprete per il generale Graziani; vicende, quelle del fascismo e dei suoi orrori, che sono al centro anche di alcuni dei romanzi di Francesca Melandri, che da poco abbiamo accolto con gioia nel nostro catalogo… E allora, pensando a questa linea di “rilettura narrativa” della nostra storia, come non pensare ai romanzi di Giulia Caminito, a Città sommersa di Marta Barone, a Lidia Ravera, all’opera militante di Roberto Saviano che per noi dirige anche la collana Munizioni? E si potrebbe continuare a lungo. Ecco: davvero questo è solo uno degli esempi di correnti carsiche che legano i libri che pubblichiamo, in coro di voci ciascuna delle quali è più che mai unica, eppure tutte insieme compongono un discorso.

Un altro aspetto importante della tradizione di Bompiani è quello legato all’eredità culturale di Umberto Eco e della sua apertura al gioco linguistico, alla contaminazione tra antico e moderno. Per questo pubblichiamo con allegria anche romanzi di genere, e addirittura dedichiamo una collana alla disciplina inventata proprio da Eco dell’“Amletica leggera”, che esplora i territori del comico, dell’enigmistica, della satira di costume.

Una delle tendenze di cui siamo testimoni, poi, è quella della caduta del confine netto tra fiction e nonfiction. Proprio per trovare spazio alle opere che inquadrano temi importanti ma lo fanno con passo narrativo stiamo lavorando in queste settimane a una nuova articolazione delle collane di saggistica.

 

Silvia Trabattoni

La nonfiction Bompiani ha più anime complementari: è una saggistica solida, fatta da voci esperte che sanno parlare dei temi più disparati con la semplicità della competenza e che sono capaci di combinare ricerca e informazione accurate con il piacere della lettura; è anche una saggistica curiosa del presente e delle sue dinamiche, che vuole essere una bussola per muoversi nella complessità del nostro tempo, militante nel suo voler innescare conversazioni che partecipano al dibattito e lo animano con vivacità – una sorta di legame rinnovato con quella prima e originaria vocazione che vuole la Bompiani di Valentino una casa editrice di saggistica d’attualità con i “Libri scelti per servire al panorama del nostro tempo”. Accanto ai saggi – di divulgazione, d’attualità, d’intervento – trovano poi spazio le tante forme della narrative nonfiction, libri diversi per natura e vocazione ma tutti accomunati da un tratto distintivo: raccontano storie, spesso storie uniche e speciali che illuminano una storia più grande; lo fanno ciascuno a suo modo, ma un modo che attinge tanto alla realtà vissuta quanto al potere della narrazione. Questa varietà fa sì che riusciamo a incrociare lettori con esigenze, interessi, gusti diversi, ma che si riconoscono in una comunità a cui piace incontrare voci forti e sorprendenti.

 

Andrea Tramontana

Tra i punti di forza di Bompiani un posto di rilievo è rappresentato dal catalogo, ovvero l’insieme delle opere letterarie (prevalentemente di narrativa ma non solo) che appartengono alla storia del marchio fondato da Valentino Bompiani nel 1929. L’editore che diresse la casa editrice fino al 1972 diede un’impronta destinata a durare: attraverso la selezione e cura di libri pensati per il presente, per “dare il panorama del nostro tempo”, la backlist di Bompiani risulta quanto mai eterogenea e ricca di titoli con una storia importante sia per premi letterari che per successo in termini di pubblico di lettori. Nell’autobiografia Il mestiere dell’editore Bompiani scrive: “La validità economica di un editore non può prescindere dalla validità culturale. I bestseller passano, i veri scrittori durano. Dicono gli inglesi: ‘Scegli un amico dieci anni prima del giorno in cui potrà servirti’. Questo è l’abc del lavoro editoriale. I libri scelti dieci anni prima del successo sono quelli che formeranno il catalogo e il vero patrimonio.” 

Il catalogo oggi presenta la sedimentazione di epoche e gusti diversi ma si distingue per una vocazione alla scoperta di titoli che vanno oltre la loro epoca, la loro vita di carta e oltre il territorio nazionale. Un nome tra tutti è quello di Alberto Moravia: dai suoi romanzi sono stati tratti numerosi film tra i quali La ciociara di Vittorio De Sica, Il disprezzo di Jean-Luc Godard, Il conformista di Bernardo Bertolucci e più recentemente nel 2020, a dimostrazione di come continui a essere ispirazione anche per giovani registi, Gli indifferenti di Leonardo Guerra Seràgnoli. A oggi le sue opere continuano a essere acquisite, pubblicate e lette in più di trenta paesi al mondo, dai più vicini come Francia, Spagna e Germania a più lontani come Cina, Brasile e Vietnam.

Ma non è il solo caso, anzi. Una tendenza costante dell’ultimo decennio, accentuatasi dopo il 2020, è quella a ricercare nella produzione dei decenni passati libri che poi con il tempo sono stati dimenticati dai lettori, magari non sono stati più pubblicati pur nell’altissimo valore e qualità di scrittura. Si parla spesso di operazioni di ripescaggio e sono a volte molto fortunati perché nel momento in cui un editore ripubblica questi tesori perduti e ritrovati il valore dell’opera è lì ad aspettare i lettori, intatto e luminoso come se fossero stati scritti oggi.

Il catalogo – in particolare la collana “Classici contemporanei” che raccoglie in larga parte i longseller stranieri e italiani, quelli che vengono definiti “modern classics” – offre un’ampia proposta di titoli che appartengono storicamente alla casa editrice come è il caso di Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino, Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini oppure qualche libro importante del ventesimo secolo come Ninfa plebea di Domenico Rea e Il Quinto evangelio di Mario Pomilio pubblicati con apparati nuovi. Questo è il bacino di maggior interesse per gli editori che si occupano di riscoperte e recuperi di romanzi novecenteschi. Due casi di fortuna internazionale per romanzi del secolo scorso riguardano Marina Jarre e Gianfranco Calligarich. Jarre è un’autrice scomparsa nel 2026 che ha pubblicato la maggior parte dei libri dagli anni Settanta all’inizio del 2000. I padri lontani è del 1987 e da qualche anno era diventato introvabile. Quando nel 2021 Bompiani ha avviato il recupero di un gruppo di suoi titoli, con testi di accompagnamento di una giovane e sensibile autrice come Marta Barone, investita dagli eredi del compito di ritrovare casa all’opera tutta, anche all’estero editori e lettori hanno avuto modo di scoprire una voce che mancava nel panorama italiano, così che oggi sono già sette i Paesi che hanno tradotto o stanno traducendo questo libro. Il secondo romanzo è ancora più datato ma di un autore vivente: L’ultima estate in città di Calligarich è il suo esordio del 1973, scoperto e apprezzato da Natalia Ginzburg e a lungo scomparso dalle librerie. Da pochi anni riproposto in nuova edizione da Bompiani, è diventato in modo veloce ed esponenziale un vero e proprio romanzo di culto, tradotto in ventidue lingue, ed è riuscito a conquistare lettori particolarmente raffinati come quelli dell’editore francese Gallimard e a suscitare encomi di scrittori come André Aciman. Questi casi dimostrano come i lettori in generale apprezzino la qualità della scrittura e i libri indipendentemente dall’anno di edizione e come per tutti quei testi che non sono classici canonizzati e non sono novità editoriali ci sia uno spazio e un’occasione di visibilità possibile.

 

Quali scommesse, letterarie e di altro genere, hanno funzionato meglio nei Paesi esteri e a vostro avviso, perché?

Beatrice Masini

Sulla narrativa l’impegno è di portare oltre i nostri confini romanzi ricchi di carattere anche dal punto di vista formale, che raccontino l’Italia del passato e del presente (e magari anche del futuro) senza indulgere nel pittoresco dello stereotipo pure molto cercato dagli editori di altre lingue, che alle fiere chiedono confusamente (non tutti, ovvio, però molti sì) “qualcosa di italiano ma non troppo”. Per un lettore americano o inglese, del resto, qualunque storia italiana rischia di passare per una storia di provincia, vagamente esotica; però noi nell’acquisire libri dall’estero non facciamo un problema del fatto di non conoscere le realtà che raccontano, anzi, siamo da sempre molto curiosi di nuove voci che raccontino luoghi e universi che conosciamo poco. In questo trovo che ci sia ancora un certo squilibrio. Anche se poi il successo all’estero di romanzi radicati nel nostro territorio geografico, storico e culturale conferma una semplice verità, ossia il fatto che contano e vincono le storie e la forma che assumono. Vale ancora di più per i libri dedicati a bambini e ragazzi, dove alla libertà inventiva degli autori corrisponde la libertà degli editori di accogliere e fare propri libri non canonici.

 

Giulia Ichino

I nostri libri tradotti all’estero sono molti, e questo ci rende orgogliosi: quando si pubblicano voci uniche e fortemente riconoscibili la loro forza travalica i confini nazionali.

 

Silvia Trabattoni

Dai libri illustrati alla saggistica firmata dai grandi autori di catalogo come Moravia, i libri che funzionano all’estero sono tanti e diversi. Negli ultimi tempi hanno incontrato un certo interesse quei libri che hanno saputo affrontare con piglio brillante temi su cui si interroga la contemporaneità e che sono sentiti come riflessioni necessarie per comprendere e abitare meglio il nostro tempo.

 

Milano, gennaio 2023

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