Intervista a Maria Giulia Brizio, responsabile del settore scuola e ragazzi del Salone del Libro di Torino
Viaggio in Italia (attraverso premi e festival)
Viaggio in Italia (attraverso premi e festival)
La prima edizione del Festival du livre de Paris è stata un grande successo.
Appassionata di teatro e traduzione, Laurence Van Goethem ha lavorato per molti anni nel campo dell’editoria teatrale a Bruxelles. Un sodalizio quasi decennale la lega a Marco Martinelli, cofondatore del Teatro delle Albe, di cui ha tradotto testi teatrali e saggi.
La traduzione è contagiosa, ed è al contempo sediziosa. Contagiosa perché il traduttore individua un accattivante “virus” in un determinato contesto linguistico e culturale e si fa subito in quattro per trasmetterlo ad altri; sediziosa perché coloro che predicano la (sacra) inviolabilità dell’ambiente al quale appartengono sono obbligati a stare sempre all’erta per fronteggiare temutissime contaminazioni. In realtà un popolo/nazione può dirsi vitale nella misura in cui è vitale la cultura di cui è portatore, ossia nella misura in cui è capace di (s)cambiare, rispondendo a sollecitazioni che provengono dall’esterno. Come si spiegherebbe, diversamente, il parallelo e mutualistico procedere dell’insieme delle famiglie europee attraverso le incalzanti fasi dell’illuminismo, e poi del romanticismo, fino ai giorni nostri.
Numerosi sono i legami storico-culturali che uniscono il Montenegro all’Italia. Questi legami traggono la loro origine da varie epoche della storia montenegrina. Per far capire la diversità della loro natura, basta citare solo alcuni fatti: i quattro secoli di dominio della Serenissima su una parte significativa dell’odierna costa montenegrina in cui, di conseguenza, l’italiano rimase la lingua ufficiale dell’amministrazione fino al 1918; il matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrović con Vittorio Emanuele III di Savoia verso la fine dell’Ottocento; la presenza italiana sul territorio montenegrino durante la Seconda guerra mondiale. Queste vicende storiche hanno lasciato tracce anche nella vita culturale del Montenegro ed è proprio in esse che possiamo trovare la motivazione per la pubblicazione del gran numero di testi italiani tradotti in montenegrino.
La letteratura italiana sta vivendo “un momento”, per citare le parole di Jhumpa Lahiri, autrice, traduttrice e docente universitaria italofila, in un’intervista esclusiva per questa rivista. E proprio a questo “momento”, in cui la prosa e la poesia italiana riscuotono uno straordinario successo presso traduttori e editori, è dedicato il decimo numero di Riveter.
Katherine Gregor è la voce inglese di scrittori italiani come Luigi Pirandello e Carlo Goldoni tra i classici e Francesca Melandri, Stefania Auci e Alberto Angela tra i contemporanei. È nata a Roma, dove ha vissuto a intermittenza per dodici anni, ha trascorso sei anni in Francia e vive in Inghilterra dal 1988, attualmente a Norwich. Traduce dall’italiano e dal francese. Scrive anche opere teatrali e di narrativa, tiene il blog Scribe Doll (https://scribedoll.com) e ha ideato e curato per due anni la rubrica mensile The Italianist (http://www.eurolitnetwork.com/tag/katherine-gregor/)