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Juan Alfonso Damar, nel 1931, è un giovane ingegnere, nativo di Leòn, che lavora come assistente all’Università di Valladolid presso la quale si è laureato. Le vicissitudini politiche della Spagna di quegli anni, diventata repubblica da poco, lo portano a esprimere chiaramente le sue preferenze libertarie e anticlericali procurandogli non pochi problemi fra i quali la perdita del lavoro.

Allo scoppio della guerra civile si arruola, pieno di ideali, nelle Brigate Anarchiche comandate da un suo valoroso concittadino.

Lo scenario della guerra con i suoi orrori e alcune azioni compiute personalmente, lo costringono a fuggire a Marsiglia con la ferma volontà di porre fine alla sua attività di guerrigliero, ma soprattutto col proposito di non uccidere più. Qui lavora come ingegnere in un cantiere navale fino al 1942, quando è costretto ad una fuga rocambolesca per non essere preso dai tedeschi. Durante questa fuga, per salvarsi la vita, è costretto nuovamente ad uccidere.

Si rifugia sulle montagne del cuneese, presso la villa di un conte che lo assume nel suo cantiere e dove torna, sotto false generalità, a lavorare come ingegnere.

La caduta del Fascismo e la resa dell’8 settembre lo coinvolgono nuovamente e drammaticamente nelle vicende della Resistenza, fino a ridurlo nella condizione di fuggiasco, la cui sola compagnia è quella del suo cane Lobo.

Alla fine si ritroverà in un piccolo paesino del Ponente Ligure, dove dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, confrontandosi nuovamente con il ruolo di guerrigliero e trovandosi costretto ad uccidere ancora.

Durante la sua vita, conosce molte donne: Isabel, Alba, Ewa, Erika, Valeria, Marisa ed infine Marta, protagoniste insieme a lui nelle diverse vicissitudini della sua vita, con le quali condivide tempo, emozioni e a volte amore, e che lasciano, ciascuna a modo suo, un segno indelebile nella sua esistenza.


Osvaldo Cai nasce a Genova nel 1934. Si diploma all’Istituto Nautico San Giorgio e diventa un appartenente alla “Gente di Mare”. Si imbarca su una “carretta” e comincia il suo mestiere di ufficiale della Marina Mercantile che durerà fino a quando si sposa con Bruna. Si trasferisce a La Loggia dove lavora e costruisce con l’aiuto del figlio un cabinato a vela con cui, nel tempo libero, ricomincia ad andar per mare, anche se con viaggi meno lunghi. Dipinge e strimpella la chitarra.

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